Il Museo del Borgo.
Il passato raccontato attraverso gli oggetti.

Chi siamo

Il museo è lo scrigno delle memorie di un passato che fu, è luogo di tempi remoti e di tradizioni che erano identità stessa delle persone, erano una componente essenziale della personalità di ognuno. 

Ricordi sepolti nella mente dei più anziani, usanze ormai dimenticate, storie mai tramandate che prendono finalmente vita e trovano un senso all’interno del nostro museo che si propone non solo di preservare ciò che è stato, ma anche di arricchire le menti dei più giovani, in modo che possano (loro, ma anche tutti noi) conoscere sè stessi a fondo, risalire alle loro radici, proiettandosi nel futuro con maggior responsabilità e certezza. Ciò che offriamo, oltre all’immenso tesoro del nostro passato, è anche una dimensione artistica che si concretizza in piccole sculture in legno, in cui, a fare da sfondo, è la natura, con la semplicità e la genuinità di ciò che essa può offrire; sono questi concetti, in fondo, a costituire l’essenza e l’anima del museo.

Orari Museo

Aperto su richiesta

Localizzazione Museo

Via Guglielmo Marconi, 13, 88040 Amato CZ

Il paese

Amato è un piccolo centro urbano della Calabria, abitato da circa 830 abitanti. Sorge ad un’altezza di 480 m. sul livello del mare, a nord dell’Istmo di Catanzaro, denominato anche “Strozza d’Italia”, essendo la parte più stretta della penisola. 

Il paese è circondato da montagne e colline che declinano verso le valli del Corace e dell’Amato, gode di un ricco patrimonio boschivo. Il borgo sorge tra il Mar Ionio e il Mar Tirreno, in cui si erge lo Stromboli. 

il paese - museo del borgo
La storia

La storia di Amato

La storia di Amato vanta origini molto antiche. Il suo blasone ha le seguenti caratteristiche: il sole in alto, tre pini nel mezzo e un fiume sotto; porta la dicitura “LA ONIVERCITA’ DE LAMATU”.

La sua fondazione risale alla etnia Ario Pelasga degli Itali che si insediò nel golfo di Sant’Eufemia, dando vita alla città di Lamezia, il cui nome deriva dal fiume Lamatus.

Tuttavia, in una pubblicazione diffusa nell’America del Nord, intitolata “Brief History of Amato” si legge che Amato esisteva 600 anni prima di Cristo e sorgeva nelle vicinanze del fiume Amato. Si legge ancora che a quel tempo era un paese assai sviluppato, con una popolazione di oltre 20.000 persone e che l’industria principale era quella tessile. Travolta e distrutta da un’inondazione, non rimase nulla dei suoi resti che finirono sepolti sotto una coltre paludosa.

Gli abitanti si rifugiarono sui promontori della vallata del Lamato, nella città che chiamarono Lameto (dal latino LAMA che vuol dire palude), successivamente Lamato e, infine, Amato. Il paese si espanse nel IX sec. d.C, con l’arrivo dei Normanni che fortificarono il territorio con la costruzione di castelli; uno di questi fu costruito anche ad Amato.

Amato apparve ufficialmente sui documenti storici nell’anno 1060, quale feudo disabitato, proprietà di Costanza d’Altavilla. Nel 1362, i Ruffo di Calabria cedettero il dominio di Amato ai Rodio. A loro volta, questi, lo vendettero ai Marchesi Susanna di Catanzaro e, dopo poco, passò ai Rocca. Ultimo feudatario fu il Barone Donato Antonio Mottola, fino al 1811, quando, con il proclama di Napoleone, furono aboliti i feudi. Una nota storica riguarda il 1432, quando gli Albanesi vi si stabilirono e, tra le strutture architettoniche che costruirono, vi è una fontana, chiamata dei “Greci”.

Amato divenne comune autonomo quando, nel 1811, con la riforma agraria, il comune distribuì piccoli appezzamenti di terra agli abitanti. Nel 1810 Amato, a causa delle condizioni di miseria e sfruttamento in cui versava la popolazione, subì il fenomeno del brigantaggio, testimoniato da alcune grotte, sulle montagne, usate come nascondiglio. 

Durante la II Guerra Mondiale, reparti combattenti nazionali furono dislocati sul suolo di Amato, al fine di fronteggiare i nemici. La presenza dei soldati attirò l’attenzione dell’aviazione Americana, tanto che spesso avvenivano scontri aerei. A valle di Amato si accamparono alcuni reparti tedeschi che si spinsero fino al centro abitato, al fine di requisire cibo. Sorpresi dalla proclamazione dell’armistizio, si diedero alla fuga.

Una curiosità risale al 1924, quando arrivò la corrente elettrica. In ogni rione venne installato un lampione; ogni sera, quando l’incaricato accendeva le luci, veniva seguito da una moltitudine di ragazzi che, al momento dell’accensione, facevano a gara a chi arrivasse in piazza prima della corrente, pensando che essa, per arrivare, ci impiegasse chissà quanto tempo.

La storia del Museo del Borgo

Il museo è un’importante testimonianza ed un recupero della memoria locale; la sua esistenza arricchisce culturalmente il paese e la sua storia. Nasce nel 1994 ed è costituito da attrezzi tipici della tradizione locale, frutto di un’attenta ricerca. E’ un patrimonio socio-economico e culturale delle attività contadine, un tempo unica fonte di reddito per le popolazioni del luogo. Il museo è composto da diverse sezioni. 

All’ingresso sono esposti utensili, quali il torchio per le olive e per l’uva. Fanno da cornice altri attrezzi e oggetti di uso comune che affollano le pareti e ogni spazio del locale. Negli ambienti adiacenti è un susseguirsi di macchine dalle molteplici funzioni e di uso artigianale e produttivo, elementi dell’economia locale, oltre a documenti fotografici e testi letterari di una certa importanza e rarità. Degno di nota è un angolo denominato “Quasi come natura creò”, ovvero la parte più artistica del museo, in cui figurano sculture lignee derivate dalla moderna lavorazione del legno contorto.

“Quasi come natura creò”

FIRMA-SCERBO
storia del museo

L'artista F.Scerbo

Progettista e curatore del museo è il maestro F. Scerbo, nato ad Amato; un collezionista, amante delle cose antiche, di strumenti, attrezzature e utensili di uso comune che ha meticolosamente cercato nel suo paese e nei dintorni, ha ripulito e sistemato nel locale di sua proprietà. Lui stesso racconta: “Il mio museo rappresenta il desiderio di testimoniare il nostro passato. La sua nascita ha suscitato grande interesse ed è stato un risultato sul quale nessuno, tranne me, sperava. Non credevano alle mie buone intenzioni e alla mia idea, che volevo concretizzare all’interno di un contesto caratterizzato da scarsi avvenimenti culturali”. Aggiunge ancora: ”Il museo mi è costato tanti sacrifici e fatica ma i risultati sono fonte di grande soddisfazione”. 

Una scrupolosa attenzione per gli oggetti caratterizza il maestro, il quale afferma: “Gli oggetti che compongono il museo costituiscono reperti meravigliosi, ricercati con grande ostinazione e impegno, con l’intento di donare ad Amato un interesse turistico”.

La collezione

Esplorate la collezione dell'artista e scultore Prof. F. Scerbo

La nostra collezione in continua evoluzione contiene quasi …. opere d’arte moderna e contemporanea.
Museo del Borgo 3
Museo del Borgo 4
Museo del Borgo 5

"Il mio museo è nato dalla passione con cui ho voluto raccontare il nostro passato attraverso gli oggetti"

Prof. F.Scerbo, ARTISTA E SCULTORE

Alcune delle recensioni

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.

Elit tellus, luctus nec ullam corper mattis, pulvinar dapibus leo. Nam varius consec tetur. Lorem ipsum dolor sit amet, consec tetur.
Jemma Stone

Acme Inc.

5/5
Elit tellus, luctus nec ullam corper mattis, pulvinar dapibus leo. Nam varius consec tetur. Lorem ipsum dolor sit amet, consec tetur.
Jemma Stone

Aeser Corp.

5/5